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| Proposta di legge inviata a Settembre 2023 al Governo e alle Associazioni di categoria | |
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Conclusioni (dal libro Cessione dei crediti fiscali, Superbonus e progetto "Casa Italia Sicura")
Ci
si rende conto che il MEF abbia l’esigenza di far “quadrare” i conti ma, per
fortuna, la realtà va ben oltre quei “conti”, essa è fatta innanzitutto di
persone, quindi di fatti, circostanze e tant’altro. Il Superbonus, in
particolare, come emerge dal presente volume, unitamente alla cessione del
credito, se realizzati entrambi con una diversa e sostenibile modalità come quella
che viene proposta in questo libro, possono rappresentare un potentissimo
strumento, innanzitutto per salvare vite umane, quindi per aiutare in modo
decisivo nella transizione ecologica, nel realizzare equità sociale garantendo
a tutti l’accesso ai lavori e, si è convinti, anche a far tornare quei “conti”
che, giustamente il MEF vuole tenere in ordine. Ed
è proprio questo uno degli aspetti peculiari di questo libro, far emergere
tutti quei grandi problemi correlati con il Superbonus e la cessione dei
crediti e per i quali, con la loro soppressione, non è stata presentata alcuna
soluzione. Problemi quali la necessità di mettere a norma e in sicurezza il
patrimonio immobiliare nazionale, creare le condizione per realizzare una
transizione ecologica economicamente e fattualmente sostenibile, garantire a
tutti eguali possibilità di accesso ai benefici fiscali, la crisi di migliaia
di imprese che rischiano di fallire per i cosiddetti “crediti incagliati”, la
necessità di adottare misure per la mitigazione dei rischi naturali e tanti altri.
Nel
libro, oltre a proporre, come detto, una nuova modalità sostenibile con la
quale reintrodurre la cessione dei crediti, risolutiva anche di quelli
attualmente “incagliati”, si evidenzia, argomentandola, l’importanza di
modificare il Superbonus e di realizzare un’unica struttura da utilizzare come
cabina di regia per affrontare, gestire e risolvere i suddetti problemi. In
questo volume, quindi, si è proceduto ad esporre la proposta di un progetto
unitario per affrontare e dare una soluzione organica ai suddetti richiamati
problemi. Tale progetto, così come la struttura Dipartimentale pensata per
attuarlo, sono stati chiamati “Casa Italia Sicura”, ispirandosi a due strutture
di missione operative nei Governi Renzi/Gentiloni: “Casa Italia” e “Italia
Sicura”, la prima declassata da Dipartimento a Progetto e la seconda soppressa,
entrambe dal Governo Conte. Ovviamente è noto che tutti i progetti sono
belli ma che, per realizzarli, occorrono le dovute risorse. Tenendo tale realtà
ben presente tutte le proposte presentate, funzionali alla realizzazione del
Progetto “Casa Italia Sicura”, sono state elaborate facendo in modo che lo
stesso Progetto diventasse una sorte di grande “investimento” che, nel medio e
lungo periodo, innanzitutto si ripagasse da solo potendo, in prospettiva,
finanche produrre degli utili. Poi ci si è anche preoccupati affinché gli
strumenti proposti per realizzare tale Progetto incidessero il meno possibile
sul bilancio dello Stato, sia facendo riferimento ai citati studi che
dimostrano che un tale “investimento” si ripaga in parte almeno per il 50%, sia
evidenziando le documentate positive ricadute sul PIL, sia attraverso i
ritorni, nel lungo periodo, dovuti al risparmio energetico e alla produzione di
energia pulita. Inoltre si è anche prospettata la possibilità di attingere, per
la realizzazione di detto progetto, ai fondi del PNRR (Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza). Ci
sono due aspetti che, in conclusione, si vogliono ribadire ed evidenziare in
modo particolare. Il
primo è relativo alla nuova modalità proposta per la cessione dei crediti
fiscali che, si è convinti, possa essere risolutiva anche per il problema dei
cosiddetti “crediti incagliati”. Se, come si è persuasi, tale modalità fosse
praticabile risolverebbe, in uno, diversi problemi: 1) dovrebbe consentire di venire
a capo, come si è detto, del problema dei “crediti incagliati”; 2) sicuramente rimuoverebbe
una importante discriminazione sociale consentendo a tutti l’accesso al
Superbonus, indipendentemente dal reddito e dalla capienza fiscale; 3)
immettendo liquidità nel sistema (attraverso i prestiti previsti per attuare
tale modalità) oltre a costituire strumento indispensabile per dare attuazione
al Superbonus e al Progetto stesso “Casa Italia Sicura”, rivitalizzerebbe
l’intera economia nazionale. Il
secondo aspetto è relativo ai benefici che con il Progetto “Casa Italia Sicura”
se attuabile come pensato, potrebbero essere perseguiti. Tra questi, in
particolare, tre importantissimi obiettivi: 1) riuscire, in almeno dieci anni
(ma forse ci vorrà di più), a mettere finalmente a norma e, soprattutto, in
sicurezza l’intero patrimonio immobiliare nazionale (residenziale, produttivo e
pubblico), cosa sempre predicata ma mai realizzata (dall’ultimo grande
terremoto del 1980 sono passati quasi 43 anni e, per eventi minori, si è visto
crollare di tutto – San Giuliano di Puglia, L’Aquila, Ischia, etc. –); 2)
realizzare, quasi senza rendersene conto, un grande piano energetico nazionale,
da un lato contenendo i consumi di energia aumentando le classi energetiche
degli edifici e dall’altro producendo enorme quantità di energia elettrica da
fonti rinnovabili (fotovoltaico); 3) se, come si auspica fosse possibile,
attraverso la realizzazione delle due società proposte, partecipate al 100%
dallo Stato, per la produzione e fornitura di energia elettrica da fotovoltaico
– gestiste (questo sarebbe un aspetto fondamentale) dal Progetto “Casa Italia
Sicura” (ovvero dal Dipartimento che ad esso sovrintende) – si garantirebbe,
sia un’entrata cospicua di profitti per lo Stato sia la ottimizzazione e
massimizzazione della stessa produzione di energia rinnovabile. Nel
testo si sarebbero voluti ampliare concetti, fornire maggiore documentazione e
sviluppare alcune proiezioni e simulazioni. Tuttavia ciò non è stato possibile
per l’esigenza di dover finire velocemente (ci si era prefissato di farlo prima
della conversione in legge del Dl 11/2023) al fine di inoltrare la proposta ai
ministeri competenti, alla Presidenza del Consiglio e alle associazioni di
categoria interessate in tempi rapidi affinché ne prendessero visione il prima
possibile per valutarne la bontà e la praticabilità, ciò in quanto il tempo è
prezioso, sia per le imprese che hanno i “crediti incagliati” sia per l’urgenza
dei problemi che con essa si vorrebbero risolvere. Ci
si augura che il presente lavoro possa rappresentare un valido contributo di
idee oltre l’auspicio, o meglio, l’invito, per chi ci governa, ad affrontare
con il massimo impegno i problemi evidenziati e trattati. | |